martedì 22 settembre 2009

terza tornata

Terza tornata tradotta andando da un computer all'altro: dovevo copiare dei CD,
Ma ho cercato di non perdere il senso.
Ma tutti stano tutti là raschiando per starnutire una probabilità per rtsolvere e salvare ogni robulous rebus della vita, andando intorno al suo mezzo come gli scopetoni sulla griglia, O, mentre giace dormonte dal macroborgo di Holdhard (Tienduro) al microbirgo (picciolmonte) di Pied de Poudre (piè de polvere).
È così Dyoblond?
Silenzio! Attenzione! Ecolandia!

Ci spostiamo ad una visione storica di HCE, ALP, la figlia Issy ed i figli in lotta Shem e Shaun:
Pertanto quattro cose disse la nostra erodotaria Mammona Lugisa nell’enorme vecchio istoriorum, scritto vicino a Boriorum, un libro sconcissimo, f.t. in Dyfflinarsky (dibblindese) che mai sboglia fino al fumerica e alle nuberacce dell’isole ‘rlandesi che le cumpriranno d’una cappa furmosa. E qui ora sono i quatro totili!
Unum. (Adar.) [Febbraio] Un bulbincapo sormontato da un assessore! Ay ay!
Duum. (Nizam.) [Marzo] ‘Na scarpa d’una pora vecia dona trasbalessa. Ah, ho!
Triom. (Tamuz.) [Giugno] ‘Na zitella biondorame, stagionata e mai sposata, per essere desarta, scara scara!
Quodlibus. (Marchessvan.) [Ottobre] Una penna pesa di più di un palo. E così. E tutto. (Sucòt)

domenica 20 settembre 2009

secondo post

E siamo arrivati al secondo post di questo riassunto Finnegans Wake...
volevo raccontare un poco da dove è nata questa piccola passione.
E bisogna partire da lontano.
Avevo 15 anni quando ho letto l'Ulisse, e poi le altre opere, rammaricandomi sempre che non esistesse un'edizione italiana di Finnegans Wake.
A vent'anni ho comprato il volume della Faber & Faber: un pesante tomo di 628 pagine scritte in un linguaggio astruso.
Ne ho tentato la traduzione, ma non avevo i mezzi linguistici necessari per rendere latina un'opera anglofona.
Diversi anni dopo è uscita la tradizione di Schenoni.
L'ho comprata appena saputo, ma... che delusione! Sarà forse filologicamente corretta, ma molto molto lontana da quanto io intendessi per una traduzione italiana del testo.
Così, la prima bozza della mia traduzione alla mano ed il testo con note esplicative di Schenoni, ho tradotto l'episodio del museo di Willingdone, che si trova nel post che pubblico oggi.
Sono passati gli anni, ho sperato che nel Web : si trovasse qualcosa... ma solo l'accenno all'esistenza di quella Anna Livia Plurabelle, con traduzione da parte di Joyce stesso.
L'ho letto ed è stata una folgorazione: il mio modo di intendere una traduzione di quel testo coincideva con la visione di traduzione di ciò il suo stesso!
Ma il romanzo è lungo e prolisso, lo stesso Joyce, nella traduzione italiana, aveva effettuato dei tagli ad Anna Livia Plurabelle, e allora?
Sapevo che Faber & Faber aveva pubblicato un riassunto, cercando nel Web mi sono imbattuto nell'altro "Shorter Finnegans Wake" di Jorn Barger. E da lì ho scoperto che esiste Finnegans Wiki: un vocabolario Finneganiano-Inglese. E cercando in esso ho scoperto che c'è il testo originale con link di traduzione.
Aggiungiamo il vocabolario on-line inglese italiano di Word Reference.com (basta un coppia ed incolla senza grandi scioglimenti del mio consunto Hazon-Garzanti) ed il gioco è fatto: posso finalmente "tradire/tradurre" un'opera affascinante.
Per me è una continua scoperta.
Ovvio, il mio tradimento è personale, nel senso che la scelta della traduzione e quindi del significato della frase, è dettata dal momento: Finnegans Wake è un'opera dai molteplici angoli di lettura. L'italiano, si sa, non è elastico come l'inglese, ha però la particolarità di avere molte varianti dialettali. Sono di origine veneta, e come Joyce usava il triestino, io uso il Veneto e un poco di tarantino.
I filologi non me ne vogliano.
e se veramente questo post avrà dei lettori, ben vengano critiche e suggerimenti, soprattutto correzioni: non sono un anglista e con l'inglese me la cavicchio...
devo ammettere che a volte, certe frasi, mi risultano ostiche come se fossero latine: lingua che odio e che rifiuto di capire!

Così unisci le preghiere e passa la gerla per amor del gozzo. Omen. Così dacci. Grampupo è caduto ma sogghignando cala le carte in tola. No gera in ponto di merte? Snasa il fescio. No gavea spacà la ciopa? Una michetta della madia canterana della panetteria Kennedy. E cos’era attaccato alla coda balzellante? Un bicchiere di Danu U'Dunnell's la famosa vecchia birra Dobblinese.
Ma scompare come un baro prima che lo possano mangiare, come Gesù in mancanza di ritorno:
Ma, lo, se tu volessi sciacquerare la sua fraudolenza e immergerti in quel pestello del carpo alboflore guardandolo come un behemoth perché è un nonnemò. Fininché! Solo una fadografia di una scena ierica. Quasi un rubicondo Salmosalar, antico dafuori le età degli Agapemonidi, s’avannotta nella nostra nebbia, tristabbuattato ed impaccato. Così quel pasto è guasto per summani, slucchi, slaizi ed guddirringhi.
(Questa torsione è imprevista e tipicamente Joyceana nella sua delusione con l'esistenza.)

Un museo è stato costruito per commemorare il suo tranello da parte di due ragazze (le maggies) e tre soldati:
Ma ancora non possiamo vedere la forma brontioittica delineata ben da sveglia, persino nel nostro tempo di notte dal carice. Nella corrente trotella che Bronto amò e per cui Brunto ha un'inclinazione. HIC CUBAT EDILIS? APUD LIBERTINAM PARVULAM. Che cosa se fosse in bandiere o frullio d'ali, cenci affumicati o echi solari, con una mente delle mie, o nel peso di un grembiulino da straccione. Arrah! Sicuro, tutti noi amiamo Anny Ruiny, o, volgiamo dire, piccolamore Anna Rayny, quand'unda la sua brella, men futile, studente in medicina molta, lei va sia da sempliciotto che da bambinaia, nasando attraverso. Yoh! Brontolone schiaffeggia, yoh russa. Su Ben Heater (calorifero) e anche su Seeple Isout. La testa cranica su di lui, calcolatrice delle sue ragioni, uguaglia il più giovane, nella nebbia di laggiù. Cooosa? I suoi piedini cretosi, coperti di zolle d'erba verde, s'innalzano nel punto in cui sta fellonem, dal mondo del muro del magazzino, dove i nostri maghi, che tutto vedono, con lo scialle di sua sorella. Mentre su contro questa alleanza di belle donne dietro Ill Sixty (sessanta malati o sessanta cattivi?), male tutto, tutto dovuto! Borseccando del forte, bam, tarabem, tarabam, guizzano le siepi. La parte del sacco del liffyng in aspetto dell'upjock e delle droghe. Da qui a quando le nuvole rotolano via, jamey, una veduta da occhio fiero e piacevole della nostra massa di arginati, ora il museo nazionale di Willinstone (mirinpietra, murinpietra o muro d'ogni voglia!), con, in qualche verdiscia distanza, il paese affascinante e d'acqua libera, e i due villaggetti proprio bianchi, che ascoltano la loro stessa mostra così alcune risatine mescolate ad epoche di follia, la bella fecce! E' permesso d'entrare liberamente nel tumulo del museo. Gallese e i Paddy Patkinses, un schelenk! Il rosso dei suoi membri invalidi di vecchia guardia trovano poussepousse, poussepram per saziare la sorte del loro barile. Per il suo passe-partout supplisce al portiere la signora Kate. Mancia. Quest'e il percorso per la stanza del museo. Badate che c'entrino i vostri cappelli! Ora siete nella stanza del museo di Willingdone (Fattinvoglia). Quest'e un fucile di Pruscius. Quest'e un frincese. Mancia. Quest'e la bandiera di Pruscius, il Berretto e il Dolordolorano. Quest'e la pallottola che bingò la bandiera di Pruscius. Quest'e il frincese che bruciò sul toro che sbatte nella bandiera di Pruscius. Salute al fucile della croce! Viva il nostro piccone e forchetta! Mancia. (Piè di toro. Bello!) Quest'e il cappello della triplice vittoria di Lipoleum. Mancia. Cappello di Lipoleum. Mancia. Quell'e il Willingdone col suo stesso cavallo bianco, il Cockenhape. Quest'e il grande Sraughter Willingdone, grande e magentico nei suoi speroni di latta dorata ed il suo capo rivestito di ferro e le sue scarpe di legno quattrottone e le sue giarrettiere di magnete ed il suo meglio di Bangkok e le galosce goliardiche e i suoi calzoni da quella tiralisufacile. Mancia. Quest'è il cavallo grande e grosso. Mancia. Quest'è i tre ragazzotti lipoleum che brontolano giù nel fosso vivente. Quest'e un inglise facilmente nemico. Quest'è un feritore grigio, quest'è un giuramento, inchinarsi. Quest'e il cesso di Lipoleum che sta morderendo la domanda di Lipoleum. Una discussione di Gallawghurs. Quest'è il ragazzino lipoleum che non fu né sacco né cimice. Assaye, Assaye! Succhiatopa Fitz Tuomush. Dirty Mac Dyke. E Hairy o'Hurry. Tutti loro arminus-varminus. Quest'è le Alpi Deliche. Quest'è il monte Tivel, quest'è il monte Tipsey, quest'è il Gran Mons Injun. Quest'è la linea di panna dei monti che circondano come riparo dai colpi i tre lipoleum. Quest'è i genietti coi loro corni di lega che fan finta di leggere nel libro manoscritto di stralegia, mentre fanno la loro guerra non desiderata al Willingdone. I genietti stan tubando con la sua mano e i genietti stan rapinando i suoi capelli e il Willingdone allestisce la banda. Quest'è il grande mormoriale palattata di sego e lavoratore di meraviglia che obscide sui fianchi dei genietti. Potere della croce calibro sex. Mancia. Quest'è me, Belgioan che s'intrufola il suo fillippi fuori dal più Terribile Feroce Sunshat alla Cromwell. Saccheggiato. Quest'è il dispaccio dei genietti per irrigare il Willingdone. Dispaccio in sottili linee rosse che incrociano la corta fronte di me, Belgioan. Imbardato, imbardato, imbardato! Giusto saltatore. Arruolati di paura! Guarda fin nel campo la tua olandesina. Abbracciandola stretta. Siesta o palo. Quell'era il tictaccare dei genietti per fontasseccare il Willingdone. Sci, sci, sci! I Genietti son gilli corteggiando tutti i lipoleum. E i lipoleum sono andati boicottando pazzi all'unico Willingdone. E il Willingdone allestisce la banda. Quest'è quel che presagì Belgioan, copricascorrere al colbacco, che rompe la sua parola sul suo orecchio al Willingdone. Dispaccio esteso fin alle rare regioni di un Belgioan. Salamangra. Ahi, ahi, ahi! Genietti della ciliegia. Tu sei un albero di fichi! Maledetta fata Anna, voutre. Willingdone. Quell'era il primo scherzo di Willingdone, tic per tac. Hi, hi, hi! Quest'è me, Belgioan nei suoi caucciù delle dodici miglia, pigolio, cinguettio e stampavanti più di prima; calpestando il campo per i genietti. Bevver'un sorso. Bevver'una zuppa, perch'è più svelto comprare comprare una Guinness che avere una forte riserva di Stout ch'è piscio di cavallo. Quest'è le palle del Ruscius. Quest'e un trincio. Quest'e un tropo nebuloso. Quest'è il non Frutto col naso scoppiettante. Dopo la sua indulgenza da cento giorni. Quest'è il graziato. Middars di Tarra. Quest'è i genietti nei blocchi del cortile del castello. Quest'è lipoleum nelle case chiassose. Quest'è il Willingdone, dalle schegge di sighero, ch'ordina il fuoco. Tonnellaggio! (Torosecco! Gioco!) Quest'è la cammelleria, quest'e l'alluvioneria, quest'è i solferini in atto. Quest'è la loro mobileria, quest'è bruciati dal panico. Tutto ricavato da un lingotto di corda! Arthiz troppo libero! Quest'e il pianto di Willingdone. Brum! Brum! Cumbrum! Quest'è il pianto dei genietti che anellano via al loro austrilista giù per un bunker in collina. Con un pizzicotto, svelto pizzicotto e un viaggio viaggico viaggio vano. Perché il loro cuore è proprio là. Mancia. Quest'è me, io vi tintino, io vi verso sul piatto d'argento di Belgioan per cucinare i crespi nel fresco della sua scatola. Povero il salario! Quest'è il doppio segno della maratona felice dei genietti che li lasciano indietro. Quest'è il Willingdone che bramlisce la sua stessa marmorida paletta di sego Sophy-key-Po per il suo regale divorzio dai chirrervia genietti. Gambariste della porca! Dalaveras fimmieras! Quest'è l'animaletto preferito dei lipoleum, Toffie Tief (Ladro di caramelle), che spia il Willingdone dal suo grande cavallo bianco; il Copeinhopo. Stonewall (murinpietra) Willingdone e un vecchio maxi montrumerio. Lipoleum e graziosamente appeso ai bascelli. Quest'è iena bastarda che ride dall'inneria. Quest'è l'indù Dhimar Shin fra il ragazzo della lettiga e l'inneria. Mancia. Quest'è il vecchio volpecchiotto di Willingdone che protegge la metà del cappello a tre foglie del lipoleum fuor dal sanguigno sudiciume. Quest'è il matto piè veloce incerato indù per una bomba-hoob. Quest'e il Willingdone che desidera la metà del berretto dei lipoleum sopra la coda sulla parte sporgente del suo grande cavallo bianco. Mancia. Quest'era l'ultimo scherzo di Willingdone. Successe, successo, successo! Quest'è sempre il solito cavallo bianco di Willingdone Culpenhelp (aiuto del recinto degl'animali vecchio), che si mena la coda a spazzola con la metà del cappello di lipoleum per insultare la spietta indù. Onormielato! (Cencio di toro! Pollame!) Quest'è la spietta madrashattaras, saltinatto e pum e pim, urla il Willingdone: Ap Pukkaru! Pukka Yurap! Quest'è il Willingdone, nato per fermo gentleman, che accende la sua scatola di fiammiferi al cursigan Shiman Shin. Basucchiando sei in vantaggio! Quest'è il suo da fare, spietta spia soffre l'intero del mezzo del cappello del lipoleum dalla cima della coda del suo grande cavallo bianco. Mancia. (Occhi'al toro! Gioco!) Come Copenhagen finì. Quest'è l'uscita dalla stanza del museo. Badate che i vostri stivali se ne escano!
Puah!
Che gradevole intrattenimento abbiamo avuto là ma quanto è friscante qui l’ariattorno! Noi d’ogniparte non viva ma tu non devi dire a naun per la lampada della lanterna a giga! È un candelletto canstelletto di un mese e uno ventani. Giunagiù, Alto Giunagiù. E numerati bizzarramente mio. E che ragionevole tempo, pure! I vagranti venti valzerano intorno i pitldown e su ogni dannata collinetta rocciosa (se tu spari cinquanta io ne sparo quattro in più) c’è quel’uccello ringhioso che si riunisce, un corriunpoco… uccello ringhioso… Il nostro paio di piccioni sono volati verso le scogliere… Un pace capofila, un uccello parodiso, un peripotomadre, un puntaspillo nell’ilandassalta, con piui e poui nella borsettina sul suo culetto e un fischio fiasco lancia macchie i suoi emeramarchi dei patti, becca qui, sbecca là, miciamicia, frega micia… Si è fatta prestare il faro dal vetturino per poter ficcanasare meglio… e tutto quel cibo avariato va nel suo zaino: carticcie [bruscarrabbia] e tintinnanti intromettoni, scaldamuscoli felpati e fiaschi di tutte le nazioni, clavicore e scapolari, mappe, chiavi e cataste di legno da penny di fieno, spille di lunappiombo con braghe chiazzate di sangue, sbruffoni caavalieri della giarrettieri e messe di ciabatte in vetrina gingilli di nickel e biada tuttamichele e racchio curato puttaniero e howitzer moltorecchie e moscherini e vurmi, luri e lore, stai di elegantoni e pleure di campane e l’ultimo sospiro che vien dal core (bugia di becco!) e il più gisto peccato il sole abbia visto (ed è cercio!) With Kiss. Kiss Criss. Cross Criss. Kiss Cross. Fine di vite sfatte. Ammazzato.
ALP si trasforma in una gallina che razzola cimeli di Guerra in un letamaio, un’altra versione del suo distribuire cibo alle prefiche dopo la caduta/diluvio.
I Grici possono alzarsi ed i troini cadere (ci sono sempre due visioni per una figura)… Sebbene la lunghezza della terra giaccia in liquidazione (dilavio!) e non c’è una capiglia né un sopracciglio in questa glabra faccia Herrschuft Whatarwelter [signore creatore del mondo] prenderà in prestito un vesta e noleggerà della torba e sarchia le rive per scaldare le sue stufe e farà tutto quello che una donna d’erba per soffiare l’affare avanti. Paff. Per soffiaree raffivare il fuoco. Poffpoff. E anche se il guscio di Humpty si frangesse molte volte come di nuovo goffo con improvvise barbe minacciose di tutti i nostri grandi rimostranzieri ci saranno ovi per i rompunti venuti per compiangerlo, fritto solo da una parte con cura…

sabato 19 settembre 2009

Prime pagine del primo capitolo FW 3-7

Ho trovato questo riassunto di Finnegans Wake nel web.
Dopo aver letto la traduzione in italiano di Anna Livia Plurabelle fatta dallo stesso Joyce, tradendo/traducendo se stesso e reinventandosi in altra lingua, ho deciso di divertirmi tradendo/traducendo un testo che non si puà tradurre, ma solo tradire!

The online shorter Finnegans Wake
(FW I.1 thru I.4, ch1-4)
Jorn Barger Aug-Sept 1999 (updated May2003)
[Anche Antony Burgess ha cercato di farlo, ma io penso che la sua versione sia molto, molto fiacca. Tutto ciò che io ho fatto è stato tagliare delle frasi e delle sezioni, eliminando le grandi divagazioni con brevi sommari. In generale questo riporta le strutture di sentenze del First Draft Version of FW [FDV]. Ma io ho anche cercato di includere tutte le frasi che suonano meglio, così quando il senso è oscuro, basta semplicemente ascoltarne il suono.]
Vanity Fair (1929): " Gli abbozzi in Work in Progress sono da considerarsi consecutivi e interrelati?"
Joyce: "È tutto consecutivo ed interrelato».
Cominciamo dalla fine, composta nel 1938.
Anna Livia Plurabelle Earwicker - una personificazione del fiume Liffey - sta fluendo nella baia di Dublino, morendo simbolicamente e rinascendo come sua figlia Isobel [Isobella], morendo come un albero perde le foglie, il fiume Liffey scorre verso l'oceano mascolino, suo marito, il padre incestuoso:
... ed è vecchio e vecchio
è triste e vecchio
è triste e stanco io ritorno a te.
mio freddo padre,
mio freddo pazzo padre,
mio freddo pazzo pauroso padre,
finché la vista vicina della mera sua grandezza,
le sue moili e moili, moananoando,
mi rendono fango di mare nauseato di sale
e affluisco, mio unico, nelle tue braccia.
Le vedo alzarsi!
Salvami da quelle terrbli force!
Due più. Unodue piuementi più. Così. Avelavale.
Latino “ave et vale” = salve e addio
Francese “l’aval” = la valle
Alluvial = alluvionale
Le mie foglie mi vengono strappate. Tutte. Ma una ancora mi resta.
La terrò con me. Per ricordarmi. Lff!
Così soft stamattina, nostra. Sì.
Portami lontano, babbo, come hai fatto attraverso la fiera del giocattolo!
So l’ho visto piombare su di me ora
Sotto ali biancospiegate come se venissero da Arkangeli
Affondo morirei ai suoi piedi, umilmente in silenzio,
Solamente per lavare.
Sì, tempo di marea.
C’è dove.
Primo. Passiamo fra l’erba in silenzio frai cespugli.
Frusciare! Un gabbiano. Gabbiani. Lontani richiami. Venendo, lontani!
Finisce qui. Noi allora. Finn, again!
Prendi bassoffite, memepiùme! Fino a tumandatè. Lps.
Le chiavi per. Date!
Una via un solo un ultimo un amato un lungo il
fiumescorre, passata la chiesa di Eva ed Adamo, dall’improvviso curvarsi della costa lungo la baia, ci porta attraverso un più comodo vico di ricircolazione indietro a Howth Castle e dintorni.
Ma fra “il” e “fiume scorre” torniamo indietro di 12 anni, dal 1938 al 1926, al passaggio d’apertura di pagina 3 del libro pubblicato, composto con deliberata anticipazione di quei 12 anni, con questa immagine di chiusura rotta nel mezzo del discorso.
“Howth Castle e dintorni e HCE il marito-padre di Anna, Humphrey Chimpden Earwicker ed anche geograficamente il castello sulla collina di Howth dove il Liffey incontra il mare, non molto lontano dalle colline di Wiclow dove ha la sua origine prima di girare circolarmente verso sud, ovest, nord e di nuovo est.
La chiesa di Adamo ed Eva si trova al centro di Dublino.
(La maggior parte delle note sono di Roland McHugh “annotazione su FW” [McH] o commenti di Joyce [JAJ]. “FDV” è la “First draft version” di Hayman (prima stesura), ora online.
JAJ: “Sto cercando di raccontare la storia questa cappella di famiglia in un nuovo modo. Il tempo ed il fiume e la montagna sono i veri eroi del mio libro. Anche se gli elementi sono esattamente quelli che potrebbe usare qualsiasi romanziere: uomo e donna, nascita, infanzia,
notte, dormire, matrimonio, preghiera, morte. Non c’è niente di paradossale in questo. Sto solo cercando di costruire molti piani narrativi con un singolo proposito estetico”.
La sezione successiva enumera apparentemente I temi principali di FW, incarnati specialmente nei personaggi del libro della Genesi, i Vangeli, Tristano ed Isotta, San Patrizio, CS Parnell (“l’incoronato re d’Irlanda”) e Jonathan Swift:
Sir Tristram, violer d’amores, da sopra il breve mare,
è passancora riarrivato dal Nord Armorica
a questa parte del breve istmo dell’Europa Minore
per combattere fiermante la sua guerra penisolata:
Come ALP è rinata in sua figlia Isobella, così HCE rinascerà come Tristramo, che è apparentemente stato in esilio ma che ora (o piuttosto, non ancora, pas encore) ritorna trionfante.
JAJ: “Sir Amory Tristram primo conte di Howth cambiò il suo nome in Saint Lawrence, b in Brittany (North Armorica)”
né ebbe rocce di sopraseghe nella corrente dell’Oconee
Esagerando loro steffi ai gorghi della contea di Laurens
Mentre venivano dublindo i loro mimperi tutto il tempo:
La “città sorella” di Dublino, Georgia, USA è nata lungo le rive del fiume Oconee, probabilmente un’immagine di Tristram che è con buon esito in esilio.
Né svociato da sfuocato urlò rabbiosamente misce misce
Per battezzo tusepatrizio
Dio ispira/battezza Mosè Patrizio Gesù.
JAJ: “La fiamma del cristianesimo alimentata da san Patrizio durante il sabato santo nonostante il divieto regale”.
JAJ: “Urla rabbiosamente: la risposta del fuoco di torba della fede alle parole vacue dell’apostolo”.
Non ancora anche se dopo la selvaggina,
ebbe scambiato con una pelle di capretto un vecchio mite Isacco:
Il figlio rovescia il padre, Giacobbe inganna Isacco, Parnell soppianta Isaac Butt.
non ancora, anche se tutti giocano in vanezza,
erano sosie sorelle incazzate dueuni nathanjoe.
Jonathan Swift portato in basso dall’affetto diviso di due Ester, soprannominate Stella e Vanessa.
Facendo fermentare un barile di malto di papà Jhem o Shen hanno fatto la birra con la luce ad arco
Noè ed i figli fecero il vino dopo il diluvio (e Cam vide suo padre nudo)
La fine rorida all’arcobalano stave per essere vista tuttattorno sulla faccia d’acqua.
Patto di Dio con Noè.
FDV: bad luck -> worse luck -> bloody end -> rory end
FDV: cattiva fortuna peggiore fortuna fine sanguinosa/maledetta fine rorida
JAJ: “Alla fine dell’arcobaleno ci sono rugiada e il colore rosso: fine sanguinosa per la menzogna in aglo-irlandese = nessuna bugia”.
JAJ: “quando tutta la vegetazione è coperta dall’alluvione non ci sono sopracciglia sulla faccia del mondo acquatico”.
(Questi temi sono probabilmente in ordine cronologico inverso: da pace a bere a sesso a rovesciare a esilio e ispirazione e ritorno.)

La caduta [*] di un vecchio padre una volta sobrio è narrata prima a letto, poi nella vita attraverso tutta la poesia trobadorica cristiana.
La grande caduta del muro esterno implicò con un preavviso così breve il ribalton di Finnegan, uomo d’antica solidità, che la sua stossa testacolle ovale manda prontamente un inquisitore bene ad occidente alla ricerca dei suoi diti di piede saltellanti, e il loro punto e spazio di bica voltallalto è alla sconfitta nel parco in cui le arance sono state lasciate arrugginire sul verde finché illividì il primo amato devlino.
HCE ha subito una caduta che lo ha trasformato nel paesaggio intorno a cui sorge Dublino.
[*]È un parentetico tuono di cento lettere:
(bababadal-gharaghtakamminarronn-konnbronntonnerronn-tuonnthunntrovarrhoun-awnskawntoohoohoordenenthurnuk!)
Il colpo di tuono era l’immagine di Gianbattista Vico della rinascita del ciclo della storia, spaventando i promiscui giganti preistorici dei campi in terrificati domestici delle grotte.
FW ha dieci di queste parole-tuono, ciascuna con un tema dominante contenente sillabe di molte lingue, qui ci sono molte parole per tuono: karak (Hindi), kaminari (Japanese), brontao (Greek), tonnerre (French), tuono (Italian), trovao (Portuguese), aska (Swedish), tordenen (Danish), tornach (Irish)
Saltando un paragrafo e iniziando a tagliare frasi:

Campomaestro Finnegan, dalla mano stremolente, vissuto più ovvio modo immaginabile e durante potenti anni dispari ammucchiò construnzioni supra construnzioni sulle rive dei diumi lungo il Soangso.
HCE al suo apice è stato un costruttore di città.
Con una grande cazzuola in mano e avoriolati grembioli che lui abitacolarmente amacchiava, come Haroun Childeric Eggeberth avrebbe caligolato per moltiplicabili la tuttitudine e la maltitudine finché vacillava per la luce vivida del liquore da cui nacquero i gemelli, il suo capolavoro da cervello fino di altri giorni alzarsi in mattonaggine svestita ben eretta (gioia di granito!) un muro solido di panorama cielico di altezza interamente terrificante, erigersando da qui al nulla celescalando le imalaia e tutto, ierarchitettitoplofticalmente, con un roveto ardente babbiando la sua babbella torre e con ladron di legature schiccherando e tomblando secchiato raggrumaggiando giù.
Quale fu la causa che portò a quel tragodico giorno tuonante questo affare municipale peccaminoso? Potrebbe essere stato un mattone malcotto, come dice qualcuno, o potribbe essere dovuto a un collusso delle sue promesse precedenti, come altri sostengono. (Si estandono, per ora, mille e una storia, tutte raccontate, dello stesso [fotto]).
Ma… Impallidisce avvisando Phil che sta pieno col gomito alzato. Il suo sentirsi intontato, il suo spatolone venga scosso. (Naturalmente c’era un muro in erezione) Din! Codde dalla scala. Don! E morse. Dan! Mastabatomba, masturbatana, quando un molo flice il suo liuto tutt’intorno. Da vedere in tutto il mondo.
Come Finnegan nella canzone “Finnegan’s wake” è caduto dalla scala/muro/edificio mentre era ubriaco. La veglia (funerale) è ugualmente riattata dalla canzone:
Scizzo? Dovribbe! Macool, Macool, o perch’è morto? In un mattinassetato? Singhiozzi e sospiri alla veglia crissormessa di Fillagain (Riempiancora), Tutti i tifosi della nazione, prostrati nella loro costernazione e nella loro duodecimale profusiva pletora di ululati, c’erano anche piombi e grumi e cerasi e citroni e racìni e cinemini. E tutti stavano in grande sciovialità. Oga e Magoga e tutti tutti sgroga…
Ciapa quel dolsino, stapa quea bira! Se senterà mai in tutilmondo de novo tanto casino? Coi loro depprofondi e i polverosi violini. Lo stesero sul letto tutto lungo all’albabruna. Con un boccaglio di viski ai piedi. E una carriola di guinness sotto la testa. Scupola il tutale del fluido che fluisce dai fluati, Oh!
…Da Cappellisolda a Baglivoborgo o da tonnocenerato e barronato o da Comprarive a Intornallatesta o dal piede del conto all’occhio d’irleglinto s’estese calmo. E tutte le strade (un corno!) dal fiordo al field i suoi obobi di ventobaio lo gemeranno per tutte le rocce intorno (hoahoahoah!) in nuotnuotavanuota e tutta la lungavvita notte ,la lunga valle malculata notte, la notte delle carpanelle, il suo flautondeggiare in arditi trochei (O carina! O carina!) lo svegliano…
E il cadavere di HCE diventa il cibo distribuito alle prefiche.